Nuova officina. Nel labirinto di Pier Paolo Pasolini

Classe 5° O (2015-2016)
Martina Nepoti

Cos’è Officina


La rivista Officina nasce come progetto intellettuale di un gruppo di giovani scrittori e studiosi, Pier Paolo Pasolini, Roberto Roversi e Francesco Leonetti, il dibattito fra i quali porta ad elaborarne i fondamenti teorici che culmineranno nel saggio di Pasolini La libertà stilistica del 1957.
L’obiettivo perseguito dal gruppo è la sperimentazione costante di nuove idee e modalità di scrittura, inscrivendosi in un percorso già iniziato molti decenni addietro, nel quadro di una letteratura europea largamente sperimentale già all’inizio del Novecento; una necessità ed un dibattito creativo che Pasolini, Roversi e Leonetti portano avanti, a loro volta, fin dai tempi del liceo.
Ciascun numero della “rivistina bolognese” – come la chiamò Carlo Bo – è organizzato, pur mantenendo la libertà compositiva consentanea al progetto culturale di partenza, in quattro sezioni:

  • “La nostra storia”, che ospitava saggi su scrittori e movimenti letterari;

  • “Testi e allegati”, dove venivano pubblicati per la prima volta testi di vari scrittori;

  • “La cultura italiana”, che conteneva saggi, ma non era presente in tutti i numeri;

  • e infine una “Appendice” con testi in prosa, spesso a puntate, anch’essa non sempre presente.

Come già si accennava, l’elaborazione creativa di Officina si inscrive in un percorso già iniziato, fin dalla stagione delle avanguardie storiche e delle riviste del primo Novecento, di cui il gruppo di Officina sceglie La Voce come punto di riferimento per il suo perseguimento di un ideale civile e morale della letteratura.

Questa fucina creativa d’inizio secolo troverà una battuta d’arresto di notevole portata negli anni Trenta, nell’epoca delle grandi dittature che saranno il preludio del secondo conflitto mondiale; sola si staglia la voce di Gramsci, che costituirà sempre un faro etico per Pasolini e i suoi sodali.

Tuttavia, già dagli anni Trenta altri autori cominciano a scrivere le proprie prime prove significative e, terminata la guerra, il processo di creatività ed innovazione già intrapreso riprenderà con grande forza: tra il 1945 e il 1955 circa, matura in Italia la stagione del Neorealismo e del Post-Ermetismo.
Ma la società degli anni Cinquanta, profondamente mutata a seguito del secondo conflitto mondiale e di un faticoso dopoguerra, delude i redattori di Officina, in quanto le strade intraprese, pur per vie opposte, dal Neorealismo e, soprattutto, dal Post-Ermetismo, non sono accettabili: i primi – scrive Pasolini nel saggio citato – per descrivere, inquadrare, narrare utilizzano tecniche già presenti nella tradizione del realismo più ancora che del verismo; dei secondi gli intellettuali di Officina non accettano l’idea che il mondo sia misterioso, una foresta di simboli enigmatici attingibile solo, ancorché frammentariamente, tramite il poeta che ne è il solo interprete.
Sperimentare per gli intellettuali di Officina significa liberarsi di qualunque vincolo intrinseco al sistema letterario del Novecentismo coevo, risalendo invece alla tradizione pre-novecentista, rifiutando anche l’estetica eterodossa proveniente dai dettami del PCI, tanto di più dopo il ‘56: l’istanza della libertà stilistica è istanza di autonomia intellettuale.

Perché Nuova Officina
Il nostro primo approccio alla figura di Pier Paolo Pasolini ne ha messo in evidenza la molteplicità di piani, temi, interpretazioni, piste possibili di riflessione e ricerca. Questo ci ha fatto scoprire di nutrire interessi diversi, dettati dalle nostre stesse personalità e impronte culturali: lo strumento della rivista, e segnatamente di Officina, ci è sembrato l’unico adatto, all’insegna e nello spirito della “libertà stilistica”, a rispettare e a promuovere le nostre peculiarità.
Il termine stesso di “officina” rimanda al lavorare insieme, alla creatività e alla fatica, alla diversità e al confronto.

Com’è costruita Nuova Officina
I nostri testi sono così raggruppati nelle stesse sezioni di Officina:

  • “La nostra storia”: costruita dal nostro punto di vista di studenti del secondo decennio del XXI secolo, comprende saggi su scrittori e movimenti letterari contemporanei alla produzione di Pasolini, per dare attraverso esempi una panoramica delle questioni più “calde”;
  • in “Testi e allegati” si snoda un percorso su alcune opere di Pasolini: i film di argomento sacro, il rapporto con la madre e il femminile, gli Scritti corsari, Petrolio, i documentari su Sana’a e Sabaudia, l’ultima intervista rilasciata da Pasolini;
  • “La cultura italiana – Bologna ricorda Pasolini nel quarantennale della morte”: raccoglie recensioni e resoconti di varie iniziative bolognesi cui abbiamo partecipato, quali conferenze e spettacoli.

La nostra rivista sarà disponibile in versione digitale o cartacea per coloro che vorranno approfondire i nostri percorsi.


INDICE DE LA NUOVA OFFICINA


La Nostra Storia


1) Lingua e società: omologazione e difesa delle radici, di Edoardo Costa, Alessio Pin e Michele Ronchi
2) Quale ruolo per la letteratura nel secondo dopoguerra? Linee del dibattito fra Vittorini, Calvino, Pasolini e il Gruppo 63, di Leone Tassinari, Benedetta Testoni e Chiara Todeschi
3) Contro un fondo di stinta metropoli: gli “Indifferenti” di Alberto Moravia letti da Matteo Marchesini, di Martina Nepoti
4) Le dinamiche del dominio. La critica di Pasolini al suo tempo: eterodirezione e alienazione, di Leone Tassinari
5) Oltre Pasolini: Paolo Volponi di fronte all’Italia industriale, tra utopia e realismo, di Chiara Beccoi, Martina Nepoti e Greta Parchi


Testi e Allegati


6) Pasolini, un ateo dal cuore sacro: “La ricotta”, “Il Vangelo secondo
Matteo”, “La sequenza del fiore di carta”, di Valentina Ferrari, Valentina Grillini e Francesca Maucione
7) Il rapporto tra Pasolini e la madre: “La ballata delle madri” e “Supplica a mia madre”, dalla raccolta “Poesia in forma di rosa”, 1961-1964, di Lucrezia Spina
8) Pasolini e il femminile, di Claudia Canestrelli, Francesca Federici e Giulia Negro
9) Letterato corsaro: una società in naufragio, di Silvia Benfenati, Eugenia Losi e Lucrezia Spina
10) “Il deserto era attraversato da una larga strada d’asfalto”: la nuova periferia in “Petrolio” di P.P. Pasolini, di Benedetta Maggi
11) Identità culturale e progresso: un rapporto difficile. Da “Le mura di Sana’a” a “La forma della città”, di Cristiano Caffarelli, Caterina Di
Lucchio, Laura Langone e Benedetta Maggi
12) Siamo tutti in pericolo: l’ultima intervista di Pier Paolo Pasolini, di Claudia Canestrelli, La Cultura Italiana Bologna ricorda Pasolini nel quarantennale della morte p. 56

13) Ennio Fantastichini e Valentino Corvino, “Tra la carne e il cielo” – Pasolini/ Bach ~ 23/24 Ottobre, di Laura Langone e Chiara Todeschi 14) “Pilade”, interpretato da Archivio Zeta ~ 1 Novembre, di Eugenia Losi
15) M.A. Bazzocchi legge la poesia “Correvo nel crepuscolo fangoso…” di P.P. Pasolini ~ 20 Gennaio, di Michele Ronchi
16) Attraverso il Novecento. Brevissima storia degli intellettuali italiani nel secolo breve/1 ~1 Febbraio, di Francesca Federici, Valentina Ferrari e Francesca Maucione
17) Attraverso il Novecento. Brevissima storia degli intellettuali italiani nel secolo breve/2 ~ 8 Febbraio, di Caterina di Lucchio, Greta Parchi e Benedetta Testoni
18) “Pasolini e i giovani”, resoconto della conferenza di Matteo Marchesini ~ 16 Febbraio, di Silvia Benfenati e Chiara Todeschi
19) Pierpaolo Pasolini: il mio cinema. ~ 12 Dicembre, di Chiara Beccoi
20) Pasolini: la censura, il potere ~ 14 Dicembre, di Cristiano Caffarelli, Edoardo Costa e Alessio Pin
21) Pasolini e il Friuli ~ 10 Febbraio, di Cristiano Caffarelli, Alessio Pin e Michele Ronchi
22) Pasolini e Roversi: lezione di Antonio Bagnoli ~ 30 gennaio, Valentina Grillini e Giulia Negro

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