Il ’68 al Galvani
Le inquietudini del ’68 non tardarono a penetrare nelle aule del liceo Galvani, nonostante il preside e molti professori avessero tentato di mantenere una routine scolastica improntata alla tradizionale severità che da tempo caratterizzava l’istituto. Le prime insofferenze si registrarono nelle trasgressioni legate all’abbigliamento: ragazze che si aprivano il grembiule o indossavano minigonne erano oggetto di provvedimenti disciplinari, insufficienti a placare il desiderio dei giovani di esprimere una loro identità generazionale e una accresciuta sensibilità alle vicende che infiammavano il mondo. In quegli anni veniva pubblicato con una discreta regolarità un giornalino scolastico, “La Rana”, che testimoniava i fermenti studenteschi, seppure attenuati dalla censura del preside. Tra i direttori di quegli anni un giovanissimo Marco Biagi e il futuro linguista Giorgio Graffi. La scintilla che fece precipitare la situazione, nell’autunno del ’68, fu l’allontanamento di un docente di religione molto amato dagli studenti, padre Franchini, per via delle sue idee eccessivamente progressiste: da quel momento presero avvio proteste in piazza, sit-in a scuola, tentativi di occupazione dell’istituto.
Per saperne di più:
Verena Gasperotti, “Il mondo fuori. ’68 e dintorni al Liceo Galvani”, Quaderni di cultura del Galvani, anno 24, nr. 2, 2019 (prima parte) e nel nr. doppio anno 25-26, nr. 1-2, 2021-22 (seconda parte)
M. Gaspari (a cura di), Il Liceo Galvani dall’Unità d’Italia a oggi, Bologna, Minerva 2016